"Santo Padre,
in ricordo di una ragazza, Rachelina Ambrosini, vissuta al servizio degli ultimi, con la gioia del cuore Le doniamo “L’Angelo della Pace”, a Lei che Angelo è per l’umanità intera”.
Il semplice ed affettuoso messaggio che ha accompagnato la scultura raffigurante un angelo con sul palmo della mano una colomba, che quest'oggi è volata tra le mani di Papa Francesco.
Ogni anno il Comitato Scientifico della Fondazione Rachelina Ambrosini ha destinato la statuina, realizzata dall’artista Alfredo Molli, a quelle persone che si impegnano per il bene dell’Umanità in tutto il mondo. Nella piccola cittadina di Venticano, sono giunti donne e uomini provenienti dalle lontane Filippine all’Honduras, dalla sofferta Africa alla nostra Italia, incontrando, all’appuntamento di dicembre, studenti impegnati nel mondo del volontariato, provenienti da tutte le regioni del nostro Paese.
Quest’anno, in occasione del 90° anniversario della nascita di Rachelina, il 2 luglio, sarà celebrata una Santa Messa e saranno presentate alcune iniziative dedicate alle missioni umanitarie.
La festa trova la sua gioia completa, nel consegnare, simbolicamente tutti insieme, un dono d’amore ad un Uomo d’amore: il Papa.
Alcuni anni fa, alla vigilia della Settimana Santa, mentre ero su di un’isola nell’Oceano Pacifico, dimenticata dagli uomini ma non dal Signore, fui accolto con grande gioia da un giovane sacerdote del posto, che mi fece accomodare nella sua piccola chiesa. Tanti bambini accanto a lui curiosi di conoscere l’ospite arrivato chissà da dove. Inglese, latino, tagallo, italiano, una babele di lingue in un cuor solo. “Dorma qui, mangiamo insieme, prendiamo un caffè”. Tanta generosa ospitalità, bella, semplice, vera. Accomodatomi nella sua piccola sagrestia, il mio sguardo fu catturato dalla presenza centrale di tre palloni di basket e nessuna Croce. E lui, il sacerdote, leggendo nei miei pensieri disse: “con tutte le croci che ogni giorno incontro guardando la mia gente, il Signore mi ha dato l’opportunità ogni domenica pomeriggio di fare canestro insieme a Lui”.
Santa Pasqua
Tommaso maria Ferri
*Quel giovane sacerdote, mi è stato raccontato, è diventato vescovo e continua con il cuore a leggere nei pensieri della gente. Quando lasciò la piccola isola, tutti i pescatori insieme alle famiglie, anche dalle isole vicine, vollero in processione accompagnarlo al porto per la nuova destinazione. Con lui ho in sospeso una partita di pallacanestro.
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